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Il Carnevale in Italia: origini e tradizioni

Estratto dal sito: http://www.italica.rai.it/speciali/eventi/il_carnevale_in_italia/index.htm

Le origini del Carnevale

Le origini
Secondo una delle etimologie più diffuse, la parola deriva dal latino carnis laxatio, evolutosi nell'italiano antico "Carnasciale", con il significato di "abbandono della carne". Caratteristiche delle rappresentazioni simboliche erano le maschere, che sono rimaste nella storia del Carnevale

Il Carnevale di Venezia

Il Carnevale di Venezia
La sua origine risale alla vittoria del 1162 sul Patriarca di Aquileia, ma la festa fu isituita nel XVII sec. Il travestimento veneziano per eccellenza è la bauta, maschera che ogni disuguaglianza agguaglia" e che veniva usata da uomini e da donne, non solo durante il Carnevale ma nelle feste, nei teatri, negli incontri amorosi

La tradizione dei carri allegorici: Viareggio, Putignano, Acireale

La tradizione dei carri allegorici: Viareggio, Putignano, Acireale
Le più celebri sfilate italiane di carri allegorici ispirati a personaggi del mondo contemporaneo in cui i maestri cartapestai gareggiano per abilità e fantasia sono a Viareggio in Toscana, ad Acireale in Sicilia, a Putignano in Puglia

Le rievocazioni storiche: Ivrea, Oristano, Mezzojuso

Le rievocazioni storiche: Ivrea, Oristano, Mezzojuso
A Ivrea in Piemonte la "Battaglia delle arance"
A Oristano in Sardegna la Sartiglia, il torneo equestre giunto in Italia con Crociati tra il XII e il XIII sec.
A Mezzojuso in Sicilia la pantomima del "Mastro di Campo"

I riti apotropaici: Mamoiada, Tufara

I riti apotropaici: Mamoiada, Tufara
A Mamoiada in Sardegna la sfilata coreografica di Mamuthones e Issochadores
A Tufara in Molise il rito apotropaico della mascherata del Diavolo

Le MASCHERE ITALIANE

Estratto dal sito http://www.primocircolopotenza.it/Carnevale/maschereitaliane.htm

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Arlecchino

La maschera di ARLECCHINO è di tradizione italiana, proviene dalla Lombardia. E' tra le maschere più famose. Abita a Bergamo, è molto conosciuto per il suo vestito di "cento" colori. Il suo vestito è così colorato perché, essendo povero, i suoi amici, in occasione del Carnevale, gli regalano dei pezzi di stoffa avanzati dai loro costumi, in modo che possa averne uno anche lui. Ha una maschera nera e una spatola di legno. E' stravagante e scapestrato, ma pieno di astuzia e di coraggio. Soffre di una brutta malattia: la pigrizia.

 

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Balanzone

Bolognese. E' la maschera che parla più di tutte.
Il dottor Balanzone espone le sue idee e i suoi consigli, ricorrendo a un diluvio di parole, piene di sentenze latine, di proverbi sgangherati nella grammatica e nella sintassi, ma pomposi, imponenti, tali da far restare a bocca aperta. Procede imperterrito nei suoi discorsi senza spaventarsi delle delle colossali baggianate che dice. Veste pantaloni e camicia nera, guarnita di un colletto bianco. In testa ha un feltro a larghe tese, nero. Alla cintura un pugnale o un fazzoletto, e sottobraccio un librone.

Brighella

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Servo di origine bergamasca, insolente e astuto. Il suo personaggio era originariamente quello del servo buffo e intrigante (il nome brighella deriva da "briga"), al punto che non si riesce mai a capire se la furberia sia un voluto abbandonarsi al gioco degli inganni e se la balordaggine non nasconda una buona dose di finezza. Vivace e insolente con le donne, chiacchierone coraggioso con i poltroni, abbassa il capo solo davanti a chi lo tiene in soggezione. Brighella è una maschera tradizionale dell'Italia, che proviene dalla Lombardia precisamente da Bergamo. a giacca e i pantaloni sono decorati di galloni verdi; ha le scarpe nere con i pon pon verdi. Il mantello è bianco con due strisce verdi, la maschera e il cappello sono neri. E' un servo sempre in cerca di avventure. Normalmente è lui che inizia a litigare, è un attaccabrighe. Da questa sua caratteristica prende il nome Brighella. Suona e canta molto bene: è un tipo spiritoso e scherzoso.

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Capitan Spaventa

  

Il suo nome per intero è Capitano Rodomonte Spaventa, anche chiamato Capitan Fracassa. Capitan Spaventa è una maschera tradizionale italiana della regione Liguria del XI secolo. Ha un vestito a strisce colorate, gialle e arancioni, un cappello a larghe tese abbellito con piume colorate, ricchi stivali e una spada lunghissima che trascina facendo molto rumore. Ha baffi ed pizzo castano. E' uno spadaccino temerario che combatte più con la lingua che con la spada (cioè parla e discute molto).
Era solito prendere in giro gli ufficiali di quel tempo.

 

Text Box:  Colombina

 

L'unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili è Colombina, briosa e furba servetta. E' vivace, graziosa, bugiarda e parla veneziano. E' molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice è disposta a combinare imbrogli su imbrogli. Con i padroni vecchi e brontoloni va poco d'accordo e schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto.
E' una maschera del Veneto, per la precisione di Venezia. Indossa una cuffia e un vestito a fiori bianchi e blu che spiccano sulla gonna blu e sulle calze rosse. Sulla fibbia delle scarpe c'è un fiocchetto azzurro. E' allegra e sapiente, civetta e furba, maliziosa e pungente, spensierata, chiacchierina.
Prende in giro le persone che le stanno vicino ed è portata a farsi beffe di loro.

 

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Gianduja
  
 

Gianduia è una maschera popolare torinese nata nel 1798. Ha tute le buone qualità di un popolano piemontese, ma è caparbio e sospettoso, se non vede chiaro in quanto gli accade intorno.  Indossa in testa un tricorno e la parrucca con il codino. Ha un costume di panno color marrone, bordato di rosso, con un panciotto giallo e le calze rosse. Sul collo porta un fiocco verde oliva e un ombrello sempre dello stesso colore. Ha le scarpe di color nero e i calzini rossi. Gianduja è un galantuomo, con buon senso e coraggio che ama il buon vino e la buona tavola.

 

 


 

Text Box:  Meneghino

 

Meneghino è, una maschera che viene dalla Lombardia precisamente da Milano. E' un servo vestito alla popolana e non porta la maschera. Spavaldo a parole, ma cauto nei fatti è all'apparenza egoista ma con un'anima caritatevole. Viene chiamato anche Pecenna perché strigliava certi italiani xenofobi.
Il suo vero nome è Domenico, mentre il diminutivo è "Domeneghin". Personifica la maschera milanese e risponde sempre pronto alle domande spiritose

 

  
Text Box:  Pantalone

 

E' una maschera veneziana; vive nel Veneto.
Veste sempre molto semplicemente: ai piedi porta le pantofole; ha un camicione e una calzamaglia rossi con un colletto bianco e sopra indossa un mantello nero. Porta una maschera in faccia e una cinta alla vita. In testa ha una cuffia aderente che sembra un tutt'uno con la maschera. Pantalone ha un carattere particolare: è nervoso e "rompiscatole" perché è il vecchio brontolone e testardo. Lui spende poco, è attaccato al suo denaro. Qualche volta la gente lo lascia perdere perché si lamenta sempre. Impersona un vecchio mercante veneziano avaro e brontolone.
Crede solo nel denaro e nel commercio: autoritario e bizzarro è però facilmente raggirato dalla moglie e dalle figlie.


Text Box:  Pulcinella

Figura buffa e goffa; un gran naso, mascherina nera, gobba, cappello a punta, camiciotto e pantaloni bianchi. E' una delle maschere italiane più popolari.  Probabilmente originario di Napoli: anche il suo nome sembra che derivi dal napoletano "polece" (pulce).
E' una figura essenzialmente popolare.
 Impertinente, pazzerello, chiacchierone, rappresenta la personificazione del dolce far niente. Le sue più grandi aspirazioni sono il mangiare e bere. Pur essendo spesso fatto oggetto di pesanti bastonate, egli riesce simpatico anche ai potenti che prende in giro e inganna con amabile furbizia. Pulcinella porta il cappello a pan di zucchero, una maschera nera con il naso adunco, cioè grosso e curvo; poi indossa un camiciotto e i calzoni molto larghi e bianchi. Porta con sé un mandolino, sa cantare dolcemente. Le sue scarpe sono nere e lunghe con dei calzini rosa scuro. Ha l'abitudine di ubriacarsi e di mangiare in abbondanza; è un bastonatore, cioè picchia con il suo bastone. E' anche buono, ma egoista, ovvero pensa solo per sé.

 

Text Box:  Rugantino

  

Personaggio del teatro popolare romanesco, il cui nome sembra derivare dal dialettale "ruganza " ( arroganza ). In origine ebbe costumi da gendarme, e si ricollegava in questo ai Capitani della commedia dell'arte, ma successivamente indossò panni civili, e rappresentò il tipo di popolano violento ma generoso, vero e proprio antenato del moderno bullo di periferia sempre pronto a sbeffeggiare il potere costituito e a difendere coloro che la miseria finisce col porre fuori legge.


Stenterello
Text Box:   

 

E' una maschera della tradizione italiana, tipica della Toscana. Indossa una giacca blu con il risvolto delle maniche a scacchi rossi e neri. Ha un panciotto puntinato verde pisello e dei pantaloncini scuri e corti.
Ha una calza rossa e una a strisce bianco - azzurro e le scarpe nere. In testa porta un cappello a barchetta nero e una parrucca con il codino.
E' molto generoso con chi è più povero di lui, è dotato di arguzia e di saggezza che, unite all'ottimismo, gli fanno superare le avversità della vita.
Spesso è ricercato dai suoi creditori.

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RICETTA DELLE CHIACCHIERE O FRAPPE DI CARNEVALE


Chiacchiere o frappe
Le frappe sono dolci molto antichi, derivanti dalle frictilia dei romani.
Sono dolci stagionali, preparati tipicamente nel periodo carnevalesco, caratterizzati da una sfoglia sottile fritta in olio o strutto e cosparsa di zucchero a velo.
Le frappe sono preparate in tutta Italia, la ricetta è la medesima, cambia solo il nome, il tipo di liquore utilizzato per aromatizzare l'impasto e la forma o lo spessore dell'impasto.

A seconda della regione italiana, infatti, questo tipo di dolce carnevalesco assume un nome differente. Vengono chiamate chiacchiere in Sicilia, Campania, Lazio, Sardegna, Umbria, Puglia, Calabria e nel milanese, mentre il termine frappe è tipico dell’Italia centrale. Ma esistono altre denominazioni come bugie (Genova, Torino, Imperia), cenci (Toscana), cròstoli (Ferrara, Veneto, Trentino, Friuli Venezia Giulia), galàni (Venezia, Padova), intrigoni, lasagne, lattughe, pampuglie, rosoni o sfrappole (Bologna, Modena, Romagna), cioffe (Sulmona, Centro Abruzzo), sfrappe (Marche).

Ingredienti:
400 gr. di farina “00″
25 gr. di zucchero a velo
50 gr. di burro
2 uova intere
2 tuorli
una buccia di limone grattugiato
1 pizzico di sale

 
Preparazione
:
Formare una fontana con la farina setacciata, quindi aggiungere tutti gli altri ingredienti. Amalgamare bene il tutto fino ad ottenere un impasto liscio e consistente da lasciar riposare per circa 10 minuti. Stendere l’impasto con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia molto sottile. A questo punto, con la rotella rigata, procedere a ritagliare striscioline e rombi dalle forme più varie.
Friggere in olio bollente per pochi minuti, sgocciolarle su carta assorbente da cucina e spargerle con lo zucchero a velo. Servire cald
e

 

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